Naturalis Historia
La Naturalis historia (Storia naturale) è un'enciclopedia scritta in latino da Plinio il Vecchio nel I secolo d.C. Si tratta di una delle più grandi opere singole sopravvissute dall'Impero Romano e si propone di coprire l'intero campo della conoscenza antica.
L'opera è suddivisa in 37 libri che trattano una vastissima gamma di argomenti, tra cui:
- Cosmologia e geografia: Discute l'universo, la Terra, la geografia di diversi paesi e popoli, i climi, e i fenomeni meteorologici. Vedere: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Cosmologia%20e%20Geografia
- Antropologia: Descrive diverse razze, costumi e tradizioni dei popoli conosciuti all'epoca. Vedere: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Antropologia
- Zoologia: Esamina gli animali terrestri, gli uccelli, gli animali marini e gli insetti, fornendo descrizioni, abitudini e proprietà medicinali attribuite a questi esseri viventi. Vedere: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Zoologia
- Botanica: Tratta di piante, alberi, erbe medicinali e agricoltura, descrivendo le loro proprietà, usi e coltivazione. Vedere: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Botanica
- Medicina: Include un compendio di rimedi erboristici e pratiche mediche basati su conoscenze popolari e scientifiche dell'epoca. Vedere: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Medicina
- Mineralogia e Metallurgia: Descrive minerali, pietre preziose, metalli e le tecniche di estrazione e lavorazione. Vedere: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Mineralogia%20e%20Metallurgia
- Arte: Discute scultura, pittura e architettura, fornendo informazioni su artisti e opere d'arte famose. Vedere: https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Arte
La Naturalis historia è una fonte preziosa per comprendere le conoscenze e le credenze del mondo romano riguardo alla natura e alle scienze. Sebbene contenga informazioni accurate, è anche ricca di aneddoti, miti e superstizioni. La sua influenza sulla scienza e sulla cultura europea è stata significativa per secoli, e ha continuato ad essere letta e studiata nel corso del Medioevo e del Rinascimento. Plinio stesso morì durante l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., mentre cercava di osservare il fenomeno da vicino e possibilmente salvare persone.